
Fondata tra il 181 ed il 180 a.C. durante il periodo repubblicano, Aquileia era un'antica città romana situata lungo il fiume Natisone, a nord del mare Adriatico e ad Occidente della provincia romana dell'Illyria. Inizialmente l'area era controllata dai Galli transalpini allo scopo di gestire i traffici che attraversavano le Alpi; poi, ad ogni modo, per via della sua posizione strategica, la città divenne una delle più grandi e ricche di tutto l'Impero romano con una popolazione che si avvicinava ai centomila abitanti e che includeva Greci, Celti, Egiziani ed Ebrei. La sua importanza fu chiara quando divenne capitale amministrativa della regio X Venetia et Histria.
Dato che i Romani volevano sfruttare delle miniere d'oro nei territori limitrofi, Aquileia svolse sia il ruolo di fortezza industrializzata, sia la funzione di cuscinetto contro le tribù galliche del nord. Col passare degli anni, a rinforzo della guarnigione, delle famiglie vi si stanziarono. Sebbene la città venisse spesso saccheggiata da queste tribù confinanti e bellicose, sia Giulio Cesare che Augusto (r. 27 a.C. - 14 d.C.) ne compresero il valore e le permisero di prosperare. Chiamata a volte Roma Secunda, svolse la funzione di centro logistico per l'esercito romano del fronte meridionale. Il futuro imperatore Vespasiano (r. 69 - 79 d.C.) sostò ad Aquileia, mentre si dirigeva a Roma dopo il suicidio/morte dell'imperatore Otone durante l'anno dei quattro imperatori (69 d.C.). L'imperatore Marco Aurelio (r. 161 - 180 d.C.) la rese una fortezza di primaria importanza. Dopo il saccheggio e la distruzione della città ad opera di Attila nel 452 d.C., numerosi dei suoi abitanti si rifugiarono nella vicina Venezia.